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Bambini non nati, un tribunale irlandese ne riconosce i diritti - Matchman News
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Bambini non nati, un tribunale irlandese ne riconosce i diritti

La parola “non nato” nella Costituzione irlandese significa che i diritti di “un bambino non nato” ha diritti che vanno oltre il diritto alla vita che lo Stato deve “seriamente tenere in considerazione”: è questa la conclusione cui è arrivato un giudice dell’Alta Corte irlandese, aprendo per la prima volta il capitolo dei diritti dei […]

La parola “non nato” nella Costituzione irlandese significa che i diritti di “un bambino non nato” ha diritti che vanno oltre il diritto alla vita che lo Stato deve “seriamente tenere in considerazione”: è questa la conclusione cui è arrivato un giudice dell’Alta Corte irlandese, aprendo per la prima volta il capitolo dei diritti dei […]

La parola “non nato” nella Costituzione irlandese significa che i diritti di “un bambino non nato” ha diritti che vanno oltre il diritto alla vita che lo Stato deve “seriamente tenere in considerazione”: è questa la conclusione cui è arrivato un giudice dell’Alta Corte irlandese, aprendo per la prima volta il capitolo dei diritti dei bambini non nati.

Il giudice dell’alta corte Richard Humphreys ha sottolineato che i bambini non nati, inclusi i bambini non nati di genitori sottoposti a deportazione, hanno “significativi diritti” e posizioni legali nel sistema della common law, il sistema anglosassone per cui la giurisprudenza viene fatta a partire dalle sentenze. Se alcuni diritti sono già “in effetto” – aggiunge Humpphreys – altri sono in prospettiva.

Humphreys ha rilasciato queste dichiarazioni in una intervista all’Irish Times. La questione sui diritti del bambino non nato viene da un articolo della Costituzione irlandese, il 42a, inserito a seguito del Referendum sui Bambini del 2012. Secondo l’articolo, lo Stato deve proteggere “tutti i bambini”, sia “prima che dopo la nascita”.

Spiega Humphreys che né l’articolo 42a né il 40.3. (che richiede allo Stato di rivendicare il diritto del non nato) era inteso a dare diritti di immigrazione, e che questo non costituisce nessun cambiamento di prospettiva se il genitore è deportato. Anche le nuove leggi sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, prosegue il giudice, richiedono allo Stato di riconoscere ai genitori non sposati più ampie tutele in relazioni ai bambini.

La questione è tecnicamente complicata, e , basandosi anche sull’interpretazione della Convenzione dei Diritti dell’Uomo.

Il punto è che però per la prima volta i diritti dei bambini non nati vengono riconosciuti. E potrebbe essere un passo avanti anche nella legislazione europea.

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