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Brandi (Comitato Family day): "Il partito sui temi etici fallisce. Serve programma più ampio" - Matchman News
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Brandi (Comitato Family day): “Il partito sui temi etici fallisce. Serve programma più ampio”

Toni Brandi, del Comitato Difendiamo i nostri figli, boccia il Partito della faglia fondato da Mario Adinolfi

Toni Brandi, del Comitato Difendiamo i nostri figli, boccia il Partito della faglia fondato da Mario Adinolfi

“Ad Adinolfi ed Amato faccio i più sinceri auguri ma io resto convinto che un partito fondato solo sui temi etici è destinato al fallimento, lo dice la storia”. Parlando con Machtman-news, il presidente di ProVita onlus e membro del Comitato promotore del Family day, Toni Brandi boccia ogni ipotesi di impegno diretto in politica del Comitato difendiamo i nostri figli. Nei prossimi giorni, tutti i membri del direttorio del Family day, compresi Mario Adinolfi e Gianfranco Amato, si riuniranno per decidere quale posizione prendere riguardo all’operazione elettorale del ‘Popolo della famiglia’.

Tony Brandi lei tra i membri del comitato è quello che ha espresso la più netta contrarietà all’impegno diretto in politica. Ha definito i partiti un cancro. È ancora di questa opinione?

“Mi è stato fatto notare da un amico che con la parola cancro offendo tutte le persone impegnate in politica…però si, lo voglio ripetere, per me è un cancro! La storia lo insegna. Io posso parlare dell’esperienza della Lituania; nel 1991 andai in Lituania a sostenere, tramite conferenze e incontri, il movimento Sajudis che portò all’indipendenza della Repubblica baltica dall’Unione Sovietica. L’anno seguente questa realtà che aveva portato in piazza milioni di persone volle formare un partito. Lo sapete come è finito? Che ora hanno qualche migliaio di iscritti e pochi altre migliaia di elettori. Io li avevo avvertiti “fate un partito è morirete”. Lo insegna lo storia”.

Quindi a quale modello guarda per il futuro del comitato del Family day?

“In Slovenia il movimento pro-family ha stravinto il referendum sul matrimonio gay. Noi dobbiamo essere una massa trasversale! Forte, radicale che influenzi la politica. L’operazione di Mario e Gianfranco fa un favore a Renzi che in questo momento ride vendendo l’opposizione che si divide”.

Dunque influenzare dal basso la società come fatto dal Family day che, malgrado tutto, ha portato al risultato impensabile, fino a qualche mese fa, dello stralcio della stepchild adoption. E che ne pensa della possibilità di contaminare tutti i partiti con un impegno diretto di alcuni vostri candidati?

“Noi di Pro Vita sosteremo tutti i candidati che vogliono difendere la vita, la famiglia e i figli. In qualsiasi partito essi saranno messi in lista, da Sel a Forza Nuova”.

Il popolo del Circo Massimo potrebbe però obiettare che temete di sporcarvi le mani con la politica…

“Noi ci sporchiamo le mani influenzando la politica. Adinolfi e Amato hanno preso una loro decisione, auguro loro fortuna, ma avrebbero dovuto consultare il comitato e purtroppo credo che falliranno. E fallendo daranno l’impressione ai nostri avversari che il Popolo della famiglia è stato sconfitto. Un po’ quello che è successo con Ferrara sull’aborto”.

In altre parole dice che il vasto Popolo della famiglia non può sembrare ridotto alle percentuali del Partito di Adinolfi?

“Si, esatto si rischia di non dare la vera contezza del sentimento che il Paese ha su questi temi”

Nei prossimi giorni si riunirà il comitato. Cosa vi direte? Parlerete del metodo o del merito dell’operazione di Adinolfi?

“Entrambe le cose ma a me preoccupa soprattutto del futuro del comitato e di non tradire le aspettative del popolo della famiglia e di coloro che voglio difendere i bambini”.

Un popolo che secondo lei poteva influire maggiormente attraverso il referendum costituzionale e l’indicazione di candidati per la amministrative…

“Si, ribadisco che non serviva un partito, anche perché un partito si deve occupare anche di immigrazione, di tasse, di  economia, di politica estera e di tante altre cose su cui i punti di vista sono necessariamente diversi e alla fine ti dividi. Ad esempio, se tu sei candidato a sindaco di Roma per il Partito della Famiglia cosa proponi per risolvere la questione dei campi Rom? Un partito deve avere posizioni condivise almeno su 10 tematiche, due sono famiglia e la vita, le altre otto sono divisive. Tutti gli esempi che abbiamo mostrano che non puoi fare un partito solo su due temi etici. Invece si può sostenere due o tre principi etici in maniera trasversale affinché questi due o tre principi entrino a far parte dell’agenda di tutti i partiti”.

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