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Africa, aborto a tutti i costi - Matchman News
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Africa, aborto a tutti i costi

L’imposizione dell’aborto è diventata l’obiettivo principale della comunità internazionale, soprattutto nelle regioni pro-life dell’Africa e del Latino America.

L’imposizione dell’aborto è diventata l’obiettivo principale della comunità internazionale, soprattutto nelle regioni pro-life dell’Africa e del Latino America.

Organizzazioni come Planned Parenthood, Istituto Guttmacher, il Fondo per la Popolazione e lo Sviluppo delle Nazioni Unite e la Banca Mondiale sono tra quelle che stanno esercitando forti pressioni sui paesi con una solida legislazione pro-vita nel continente africano. Molte le azioni in tal senso, provenienti da diverse entità, ma eseguite contemporaneamente in modo che la capacità di resistenza sia minore. Questo è il piano d`azione sviluppato dalla comunità internazionale che ha messo gli occhi sull’Africa.

Il continente africano, con una cultura che valorizza la vita umana dal concepimento alla morte naturale, che riconosce il vero valore della maternità e valuta l`importanza della famiglia è un’area dura e tenace, difficile da persuadere. Quest`impermeabilità è stata dimostrata nella 48º Sessione della Commissione di Popolazione e Sviluppo delle Nazioni Unite, tenutasi alla fine d`aprile a New York. All`incontro si discuteva sul futuro della popolazione ma, soprattutto sul futuro dei diritti sessuali e riproduttivi.

“Perché tutti abbiano accesso ai diritti riproduttivi e possano godere del diritto alla salute sessuale e riproduttiva, – ha affermato Babatunde Osotimenehin, direttore del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) – dobbiamo investire sul rafforzamento del sistema sanitario per fornire i servizi di alta qualità”. Si doveva approvare una risoluzione da includere nell’ “Agenda di Sviluppo post 2015” (in sostituzione degli “Obiettivi di Sviluppo del Millennio del 2000). Alla fine non si si è raggiunto nessun consenso poiché è stato il gruppo africano ad opporsi, dichiarando che nella risoluzione finale c`erano “impegni impossibili e inaccettabili” (in riferimento ai diritti sessuali e riproduttivi).

“Lavoro” con i paesi individuali.

La Banca Mondiale ha approvato un budget di 200 milioni di dollari in modo da “ridurre la povertà” del paese, attraverso la diminuzione della natalità. È necessario, dunque, ampliare l`accesso ai contraccettivi per “migliorare la salute sessuale e riproduttiva delle donne”. Il progetto è costruito sulla base dell`”empowerment delle donne” o come afferma la Banca “dare alle donne gli strumenti necessari” per pianificare la loro vita, il che vorrebbe dire dare alle donne i contraccettivi per controllare la propria fertilità.

L`Uganda è inoltre diventato un obiettivo dell`Istituto Guttmacher (associazione di ricerca sulla promozione dell`aborto) che ha lanciato una campagna di raccolta di fondi per fornire i servizi d`aborto e i contraccettivi moderni. L`Istituto afferma che nel paese le donne non possono accedere ai metodi contraccettivi e, di conseguenza, rimangono incinte. Così, si dà un elevato tasso di natalità, “superiore a quanto desiderato dalle donne”, ha dichiarato l`Istituto.

“Anche se la fertilità desiderata è in declino, molti ugandesi vogliono ancora avere famiglie numerose e non approvano l`aborto. L`elevato livello di gravidanze indesiderate e il divario tra la fertilità reale e quella desiderata in Uganda può essere attribuita in gran parte all’uso insufficiente dei contraccettivi”, ha dichiarato l`Istituto Guttmacher.

Tuttavia, le ultime notizie arrivano dalla Nigeria. Tra le settecento ragazze rapite da Boko Haram e liberate dall’esercito nigeriano, duecentoquattordici si trovano in stato di gravidanza a causa delle continue violazioni dei terroristi. Le Nazioni Unite hanno deciso che la soluzione si trova “nell`aborto”.

“Dovrebbe essere ovvio per i donatori internazionali, tra cui il governo degli Stati Uniti e il Fondo per la Popolazione delle Nazioni Unite, andare in Nigeria e aiutare queste ragazze ad accedere all`aborto sicuro”, ha dichiarato Serra Sippel, presidente del Centro per la Salute ed Equità di Genere. “Ci sono risorse e politica in atto, è solo una questione di essere compassionevole e fornire questi servizi”, aggiunge Sippel. Inoltre, gli Stati Uniti hanno affermato che aiuteranno il governo nigeriano a combattere il terrorismo, ma prima devono riformare la legislazione sull`aborto.

Auxi Rodríguez

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