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La voce dell’Europa che non ha voce - Matchman News
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La voce dell’Europa che non ha voce

Chi difende la vita e la famiglia in Europa, viene veramente ascoltato?

Chi difende la vita e la famiglia in Europa, viene veramente ascoltato?

Nella settimana che si è chiusa con le polemiche generate dalla difesa della famiglia tradizionale da parte di due noti stilisti  omosessuali, il Parlamento Europeo in sessione plenaria ha votato due risoluzioni che non si curano del tam tam mediatico, e vanno dritto al cuore del problema. Perché la relazione Tarabella e la relazione Panzeri hanno reinserito l’idea che l’aborto sia un diritto umano, così come i matrimoni omosessuali.

Poco importano, in questo caso, le sottigliezze giuridiche che sottolineano che no, la relazione Panzeri non ha affermato che il matrimonio omosessuale è un diritto. Perché se questo in senso strettamente giuridico è vero, è anche vero che l’esperienza insegna che è in questo modo che poi gli Stati europei subiscono pressioni per inserire i temi nella loro legislazione. E in fondo lo stesso rapporto una pressione la faceva, andando esplicitamente a criticare il referendum in Slovacchia, e implicitamente quindi a criticare il grande movimento popolare che sta avendo luogo in Slovenia dopo che con un colpo di penna si è voluto cancellare il matrimonio tra uomo e donna. Grazie ad un accordo tra Socialisti e Popolari, almeno questo paragrafo è scomparso dalla relazione adottata in plenaria.

E’ una sorta di soft law, “legge leggera.” In pratica, si introducono dei criteri all’interno di rapporti, che poi fungono da linee guida. È il linguaggio degli azzecca-garbugli europei, di un’Europa che è sempre più diventata un’Europa dei burocrati e sempre meno un’Europa dei cittadini. Mentre scrivo questa espressione, mi rendo conto che l’ultima frase è diventata una formula di opinione efficace per parlare di qualunque problema europeo, dalla stretta fiscale finanziaria della trojka ai temi della vita. E così, diventa una formula inefficace, buona per tutte le stagioni.

C’è bisogno di un linguaggio nuovo per comprendere questa Europa la cui neo-lingua ci ha spazzato via. Al di là delle polemiche, si deve guardare la direzione in cui stiamo andando. L’Europa fa da guida, ma le altre nazioni non stanno a guardare. Su Matchman News abbiamo riportato spesso di quello che succede in Sudamerica, dove le spinte per legislazioni abortiste si contrappongono a politiche volte alla difesa della famiglia. Il rapporto Van Thuan 2012 sulla Dottrina Sociale della Chiesa nel mondo l’ha chiamata “la colonizzazione dell’essere umano,” e non c’è niente di più vero. L’aborto, il matrimonio omosessuale, diventano un diritto nella vecchia Europa e poi lo diventano nel “nuovo mondo”, che quasi importa acriticamente quello che viene dall’Europa in nome del progresso, e quindi lo diventa nei Paesi in via di sviluppo, in cambio di aiuti finanziari e la ricerca di un benessere. E’ questione di sopravvivenza. Ma è anche vero che tutto si accetta in nome di maggiore ricchezza.

Ma è la stessa ricchezza che ci fa pensare di poter comprare i figli in provetta e di adottarlo come e quando ci pare, senza considerare la famiglia di origine o il modo in cui è nato, perché il figlio è un diritto; di sposarci come e quanto ci pare senza alcun impegno, perché il matrimonio è solo un contratto; di abortire anche al sesto mese di gravidanza, senza curarci del destino del bambino, e addirittura di pensare a quello che chiamano “aborto post-nascita” e che in realtà è un omicidio infantile, e il motivo per cui arriviamo a pensarlo è quella presunzione di sapere quello che è giusto per il bambino, in qualunque stadio della sua vita se il bambino non è considerato arbitrariamente capace di intendere e di volere; è quella ricchezza per cui possiamo comprarci anche il diritto a morire, magari andando in una clinica privata dove verrai assistito per una morte deluxe, e per questo considerata degna.

Sono tutti temi di cui non si parla mai, ma che sono drammaticamente attuali. Il Consiglio d’Europa non ha voluto pronunciarsi sulla fine che fanno i bambini che nascono vivi dopo un aborto tardivo. Mentre una recente sentenza su un caso di maternità surrogata ha come legittimato quella che, più che una maternità surrogata, si configurava come una compravendita di bambini.

Mentre succede tutto questo, le polemiche sulla frase dei due noti stilisti, tutte interne al mondo gay, sulla famiglia tradizionale non fanno altro che alimentare la pubblicità su un mondo che in fondo sta distruggendo ogni legame naturale. L’evoluzione culturale non è staccare l’uomo dalla legge naturale, ma piuttosto comprendere il valore dell’uomo nel contesto delle leggi naturali.

Si può dire tutto questo con pacatezza, senza essere tacciati di omofobia o intolleranza? Sembra proprio di no. Oppure, se questo succede, non se ne ha notizia. Perché le relazioni Tarabella e Panzeri sono andate oltre petizioni firmate da migliaia di cittadini europei. Cittadini che hanno posto un problema ai loro governanti europei, e che non sono stati ascoltati. L’Europa della vita è l’Europa senza voce. È l’Europa la cui voce viene messa da parte da una polemica di fine settimana che pone sulle copertine dei giornali solo i VIP, ma non certo il cittadino europeo comune. È arrivato il momento di guardare al cittadino, di andare oltre alle formule di opinione, e di raccontare le notizie, semplicemente come sono. Andando oltre le polemiche e i dibattiti. Solo così i cittadini saranno in grado di contare davvero.

Andrea Gagliarducci

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