Warning: Parameter 2 to qtranxf_postsFilter() expected to be a reference, value given in /home/matchman/public_html/wp-includes/class-wp-hook.php on line 298
“Laudato Si,” per un impegno concreto nelle istituzioni - Matchman News
Warning: Parameter 2 to qtranxf_postsFilter() expected to be a reference, value given in /home/matchman/public_html/wp-includes/class-wp-hook.php on line 298

“Laudato Si,” per un impegno concreto nelle istituzioni

La “Laudato Si” di Papa Francesco affronta tutti i problemi sociali e li mette sotto l’ombrello dell’ecologia dell’essere umano.

La “Laudato Si” di Papa Francesco affronta tutti i problemi sociali e li mette sotto l’ombrello dell’ecologia dell’essere umano.

Non è solo una enciclica sull’ecologia e la cura del creato. La “Laudato Si” di Papa Francesco, presentata ufficialmente lo scorso 18 giugno, affronta piuttosto tutti i problemi sociali, e li mette sotto l’ombrello dell’ecologia dell’essere umano. Dai problemi causati dalle guerre alle buone pratiche per salvare il pianeta, tutto va sotto l’ombrello di una enciclica che appare come il completamento del discorso che Papa Francesco fece alle istituzioni europee a Strasburgo lo scorso 25 novembre. Un discorso che può, deve essere letto in termini politici. E una enciclica che ha le stesse caratteristiche.

La linea rossa tra i due discorsi è la difesa dei diritti umani, che viene direttamente da quella ricerca dello sviluppo umano integrale che è radice della Dottrina Sociale della Chiesa. Nel suo discorso alle istituzioni europee (prima il Parlamento Europeo, poi il Consiglio d’Europa), Papa Francesco ha parlato di povertà e immigrazione, ha sottolineato il valore della famiglia, ha condannato l’opulenza del mondo e la cultura dello scarto, messo in luce piaghe sociali come quella dell’aborto. Due discorsi sferzanti, critici nei confronti delle istituzioni europee, che mettevano in luce il bisogno di più “umanità” proprio all’interno delle istituzioni più burocratiche. E soprattutto, rimettevano al centro i diritti umani come erano stati originalmente concepiti.

Nell’enciclica, il Papa sottolinea ancora una volta il valore della famiglia tradizionale (paragrafo 213), mette in luce il fatto che maschile e femminile sono dati naturali da non eludere (paragrafo 155), dice che anche l’embrione è natura da difendere (paragrafo 120) e si scaglia contro gli ecologisti che fanno esperimenti sugli embrioni (paragrafo 136), e infine afferma che le religioni hanno diritto di parola in società (paragrafo 62).

In che modo questi temi interroghino le istituzioni europee, è presto detto. La questione della differenza sessuale si impone quando sempre più le istituzioni europee spingono per il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, facendo anche pressioni indirette sulle leggi degli Stati. Il caso irlandese, con un referendum che ha portato alla ridefinizione del concetto di matrimonio, impone un esame di coscienza sul modo in cui questi valori sono stati trasmessi. Ma è anche vero che in Europa la Slovacchia, la Slovenia, anche la Francia con la Manif Pour Tous, hanno invece dato prova che il matrimonio è una istituzione che ancora vuole essere difesa da ogni spinta relativista.

Altra questione è quella degli embrioni. Fu addirittura Greenpeace a stimolare una sentenza europea che vietava ogni sperimentazione sugli embrioni, con una denuncia all’ufficio brevetti tedesco nel 2011, in nome proprio di quel principio di ecologia umana che pervade l’enciclica di Papa Francesco, così come pervadeva i pronunciamenti sul tema di Benedetto XVI (non a caso, spesso citato nell’enciclica francescana).

Ma nella “civilizzata” Europa, c’è anche un altro problema, per cui si sta battendo con forza lo European Center for Justice and Law. Perché in Europa si lasciano morire feti che sopravvivono a un aborto tardivo, e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo rifiuta di pronunciarsi in merito.

La spinta verso una apertura indiscriminata all’aborto viene attraverso varie relazioni sull’uguaglianza di genere (appunto) come quelle Panzeri e Tarabella, che ribaltano il diritto di ogni Stato di legiferare secondo propria sensibilità su temi etici e cominciano una sottile campagna perché le legislazione degli Stati accolgano le conclusioni di quei rapporti, che come è noto non sono vincolanti.

Ma qui servirebbe anche una maggiore sensibilizzazione degli europarlamentari, spesso assenti alla votazione di questi rapporti, che passano a maggioranza, ma senza una degna rappresentatività in aula – a volte è presente sì e no un quinto dell’emiciclo.

Il problema è però mondiale, perché i diritti di salute riproduttiva rientrano ormai negli indicatori ONU per lo sviluppo sostenibile, mentre le lobby LGBT continuano a fare pressioni sui Paesi in via di sviluppo – particolarmente quelli sudamericani, che hanno una tradizione cattolica – perché aprano ad aborto, eutanasia, matrimonio tra persone dello stesso sesso. È la colonizzazione dell’essere umano, mirabilmente fotografata da un Rapporto sulla Dottrina Sociale nel mondo del 2012.

Case history di quel rapporto era proprio l’Argentina di Papa Francesco. Che non a caso scrive nella “Laudato Si” (paragrafo 50): “Invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, alcuni si limitano a proporre una riduzione della natalità. Non mancano pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di “salute riproduttiva”… Incolpare l’incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, è un modo per non affrontare i problemi.”

Chi, se non una diplomazia terza come quella della Santa Sede, che non ha interessi economici di sorta, e la cui agenda è il bene comune, può difendere i diritti dei fedeli di tutto il mondo? In Europa, e in generale nel mondo, le religioni sono completamente strumentalizzate, e anche la libertà religiosa deve essere rivendicata, perché la libertà individuale sembra sempre essere la cosa più importante da preservare; dove le comunità religiose non sono considerate giustamente spazi di libertà, ma luoghi di coercizione della libertà personale.

Scrive il Papa: “Perché inserire in questo documento, rivolto a tutti le persone di buona volontà, un capitolo riferito alle convinzioni di fede? Sono consapevole che, nel campo della politica e del pensiero, alcuni rifiutano con forza l’idea di un Creatore, o la ritengono irrilevante, al punto da relegare all’ambito dell’irrazionale la ricchezza che le religioni possono offrire per un’ecologia integrale e per il pieno sviluppo del genere umano. Altre volte si suppone che esse costituiscano una sottocultura che dev’essere semplicemente tollerata. Tuttavia, la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe.”

Il documento di Papa Francesco è un documento ecumenico, contiene citazioni del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, che da tempo si occupa di temi ecologici, ed è stata presentata dal metropolita Giovanni Zizioulas in Vaticano.

Si è parlato di ecumenismo ecologico, di ecumenismo del sangue. Ma ci vorrebbe prima di tutto una unità politica a livello di istituzioni europee. “Non basta solo l’ecumenismo, i politici cristiani devono stare sotto la stessa bandiera politica devono lavorare insieme per la determinazione dell’essere umano”, ha affermato al tempo della visita del Papa nel Parlamento Europeo Gregor Puppinck,, direttore dello European Center for Law and Justice di Strasburgo.

Sono molte le cause di violazione alla libertà religiosa patrocinate da più di una confessione cristiana. È una situazione che accomuna cattolici, ortodossi, protestanti. Più che essere solo una questione di dialogo tra le confessioni cristiane, l’ecumenismo deve diventare qualcosa di concreto, un terreno di confronto sui temi comuni.

Il tema comune dei diritti umani è però senz’altro qualcosa da approfondire. Mentre i cristiani sono perseguitati, nel cuore dell’Europa la questione dell’essere umano diventa sempre più importante. Papa Francesco il 25 novembre scorso ha affidato al Consiglio per le Conferenze Episcopali Europee il compito di dialogare con il Consiglio d’Europa, specialmente sul tema dei diritti. E il cardinal Erdo, arcivescovo di Budapest nonché presidente del CCEE, ha voluto sottolineare che “la necessità è quella di rendere chiara la base dei diritti umani, di fronte ai cosiddetti diritti di terza e quarta generazione che non sono condivisi da tutti”.

I diritti di terza e quarta generazione sono appunto i diritti ambientali e quelli all’autodeterminazione, e in questi ultimi spesso viene inserita quella ideologia del gender che lavora ai fianchi proprio per cambiare la natura umana. Non per caso, si chiamava “Humanum” la straordinaria conferenza sulla complementarietà tra uomo e donna che si è tenuta in Vaticano nei giorni precedenti il viaggio del Papa a Strasburgo.

Questo ecumenismo dei diritti umani è forse la vera sfida comune che devono assumere tutte le confessioni cristiane, la sfida che ingloba tutte le sfide. E l’altro impegno è quello a fare sì che la religione non diventi uno strumento politico.

Ecco perché l’enciclica di Papa Francesco chiude il cerchio iniziato con i discorsi a Strasburgo. Ora spetta ai cattolici cercare di prendere il meglio dell’enciclica, leggerla alla luce del magistero, e portarla sul piano concreto delle leggi e dell’impegno.

Si può tirare l’enciclica da una parte e dall’altra, ma c’è infine un passaggio della “Laudato Si” che testimonia come in fondo la barra sia tenuta dalla verità, il concetto che fu la chiave della diplomazia di Benedetto XVI e continua ad essere linea guida della diplomazia di Papa Francesco, e che deve essere la chiave dell’impegno di ciascuno, in lotta contro il relativismo.

Perché – scrive Papa Francesco nella ‘Laudato Si’ (par. 123): “La cultura del relativismo è la stessa patologia che spinge una persona ad approfittare di un’altra e a trattarla come un mero oggetto, obbligandola a lavori forzati, o riducendola in schiavitù a causa di un debito. È la stessa logica che porta a sfruttare sessualmente i bambini, o ad abbandonare gli anziani che non servono ai propri interessi. È anche la logica interna di chi afferma: lasciamo che le forze invisibili del mercato regolino l’economia, perché i loro effetti sulla società e sulla natura sono danni inevitabili. Se non ci sono verità oggettive né principi stabili, al di fuori della soddisfazione delle proprie aspirazioni e delle necessità immediate, che limiti possono avere la tratta degli esseri umani, la criminalità organizzata, il narcotraffico, il commercio di diamanti insanguinati e di pelli di animali in via di estinzione? Non è la stessa logica relativista quella che giustifica l’acquisto di organi dei poveri allo scopo di venderli o di utilizzarli per la sperimentazione, o lo scarto di bambini perché non rispondono al desiderio dei loro genitori?”

Andrea Gagliarducci

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com