Germania, una sentenza apre alla eutanasia
Lo scorso 2 marzo è stato un giorno triste per la Germania. Infatti con un sentenza emessa in quel giorno il Tribunale amministrativo federale tedesco (Bundesverwaltungsgericht) ha stabilito che i pazienti in “situazioni estreme” hanno il diritto di uccidere se stessi e acquistare dosi letale di un farmaci narcotici. Fino a quel momento, sino a […]
di Luca Volontè - 23/03/2017Lo scorso 2 marzo è stato un giorno triste per la Germania. Infatti con un sentenza emessa in quel giorno il Tribunale amministrativo federale tedesco (Bundesverwaltungsgericht) ha stabilito che i pazienti in “situazioni estreme” hanno il diritto di uccidere se stessi e acquistare dosi letale di un farmaci narcotici.
Fino a quel momento, sino a quel giorno un certo numero di sentenze di tribunali diversi dal 2004 avevano costantemente sostenuto che un tale diritto non esiste. Questa tradizione giuridica è stata (per ora) rovesciata.
La Conferenza Episcopale Tedesca, il Collegio dei Medici tedeschi , il Ministro federale della Sanità, l’Associazione per le cure palliative, i Democratici Cristiani per la vita, la Fondazione per la tutela dei pazienti e altri hanno tutti rilasciato dichiarazioni molto critiche sulla sentenza.
C’è una vera e propria urgenza di aprire gli occhi e il cuore per il danno che il suicidio assistito e l’eutanasia porta con sé per le famiglie, le comunità e l’intera società.
Una società umana si preoccupa per i suoi malati, soprattutto per quelli in più gravi condizioni. In Belgio e nei Paesi Bassi, la frase del ‘morire con dignità’ è diventata un sinonimo dell’eutanasia. Nei paesi in cui è legalizzata l’eutanasia, ormai l’applicazione è promossa cneh nei casi di disturbi psicologici, disagi sociali, depressione. Vale per gli adulti e per i minori.
E non si ferma qui. Le nuove proposte legislative sono in fase di revisione in entrambi i paesi e mirano a: consentire l’eutanasia per le persone che sono semplicemente ‘stanche della vita’ (Paesi Bassi); praticare l’eutanasia su pazienti che non sono in grado di esprimere la propria volontà (Belgio); obbligano i medici a riferire ai pazienti di altri medici in cui poter praticare l’eutanasia (Belgio).
Le leggi sono volutamente ‘vaghe’ e a tratti ‘generiche’ e l’esperienza dimostra che esse portano inevitabilmente ad abusi. Conducono ad un pendio scivoloso che non ha alcun punto di arresto logico. Nei paesi che legalizzano la pratica, vi è una domanda crescente in un numero e tipologie crescenti di situazioni. Allo stesso tempo, cresce la cultura dell’impunità per l’eutanasia eseguita al di fuori delle leggi. La Germania si sta incamminando, a partire dalla Sentenza del 2 Marzo, verso quel pendio nel qual non ci sarà più posto per la dignità umana e la cura del paziente, né per la rete di solidarietà sociale che regge ogni comunità.
Per tutte queste ragioni, da mesi ADF Europe ha lanciato una campagna di sensibilizzazione in tutti i paesi europei, perché rispettare la dignità umana è l’urgenza odierna.