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Aborti nel mondo: una Italia che sparisce ogni anno - Matchman News
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Aborti nel mondo: una Italia che sparisce ogni anno

Un’Italia intera sparisce dal pianeta ogni anno, sono almeno 56 milioni gli aborti nel mondo e il colonialismo contraccetivo non risolve il dramma delle madri né la tragedia della morte di milioni di bambini. Un nuovo studio globale pubblicato lo scorso 11 maggio  mostra che il tasso di aborto è diminuito in modo significativo nel mondo […]

Un’Italia intera sparisce dal pianeta ogni anno, sono almeno 56 milioni gli aborti nel mondo e il colonialismo contraccetivo non risolve il dramma delle madri né la tragedia della morte di milioni di bambini. Un nuovo studio globale pubblicato lo scorso 11 maggio  mostra che il tasso di aborto è diminuito in modo significativo nel mondo […]

Un’Italia intera sparisce dal pianeta ogni anno, sono almeno 56 milioni gli aborti nel mondo e il colonialismo contraccetivo non risolve il dramma delle madri né la tragedia della morte di milioni di bambini.

Un nuovo studio globale pubblicato lo scorso 11 maggio  mostra che il tasso di aborto è diminuito in modo significativo nel mondo sviluppato, ma è rimasto in gran parte invariato nei paesi in via di svilupponel corso degli ultimi 25 anni. Un segno di come il ‘neocolinialismo’ della cosificazione delle persone e dei più deboli verso i più poveri del mondo non sia in declino.

Un nuovo studio dal Guttmacher Institute  e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato che tra il 1990 e il 2014, il numero complessivo degli aborti per 1.000 donne in età fertile (15-44 anni) nei paesi sviluppati è calato da 46 a 27, mentre nei paesi in via di sviluppo, è cambiato poco, da 39 a 37, “una differenza non significativa.”

Pubblicato dalla rivista medica britannica The Lancet, lo studio ha anche riscontrato che, sebbene il tasso di aborto globale sia leggermente diminuito nel corso del periodo di 25 anni, il numero assoluto di aborti ogni anno è aumentato, passando da 50,4 milioni nel 1990-1994 a 56,3 milioni nel 2010 -2014, ciò a causa della crescita della popolazione.

Gli autori dello studio sottolineano che la percentuale di gravidanze che termina con un aborto è sceso nelle regioni sviluppate, dal 39 per cento nel 1990-1994 al 28 per cento nel 2010-2014. Ma è cambiato molto poco nei paesi in via di sviluppo, dal 21 per cento al 24 per cento rispetto allo stesso periodo di tempo. Tuttavia, la percentuale è aumentata in America Latina e nei Caraibi dal 23 per cento al 32 per cento, nel Sud e in Asia centrale dal 17 per cento al 25 per cento e in Sud Africa dal 17 per cento al 24 per cento.

“Queste tendenze suggeriscono che le donne e le coppie nel mondo sviluppato hanno avuto più successo nell’evitare gravidanze indesiderate, nel corso degli ultimi due decenni”, ha concluso il Dr. Gilda Sedgh, autore principale dello studio e ricercatore al  Guttmacher, istituto di ricerca che promuove l’aborto nel mondo. “Gli alti tassi di aborto sono direttamente correlati ad alti livelli “insoddisfatti” di  contraccettivi. I nostri risultati indicano che in molte regioni in via di sviluppo, le donne non hanno i servizi di contraccezione di cui hanno bisogno e che diversamente sarebbero in grado di prevenire le gravidanze non vogliono avere”. In una parola, la tesi dell’OMS e del Guttmacher è molto semplice, più si sviluppa la industria della contraccezione e meno aborti ci saranno. Non solo profilattici, ma anche pillole che ammazzino il feto nelle prime settimane…A quanto pare non è così, non i contraccettivi riducono gli aborti ma leggi più restrittive.

Infatti, un professore associato presso l’Istituto Charlotte Lozier, cita uno studio apparso sul Journal of Law and Economics nel 2004. “Gli autori, gli economisti Phillip B. Levine e Douglas Staiger, hanno analizzato come i cambiamenti nelle politiche di aborto nei paesi post-comunisti dell’Europa orientale abbiano influenzato i tassi di aborto. Levine e Staiger hanno concluso che le restrizioni dell’aborto abbiano diminuito gli aborti stessi del 25 per cento. “

Lo studio pubblicato su Lancet tuttavia mostra anche che i tassi di aborto sono significativamente più bassi tra le donne sposate che tra le donne single in Nord America e Oceania, ma sono significativamente più alti per le donne sposate in Europa, America Latina e Asia. Le politiche famigliari potrebbero dunque avere una incidenza molto positiva nella riduzione dell’aborto in questi continenti e, quelle indirizzate verso la crescita della natalità, evitare il pericolo della crisi demografica ormai incombente.

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