Mappa della religiosità del mondo, Europa indietro
All’inizio dell’anno il The Telegraph ha messo insieme questa mappa interattiva che mostra i paesi più e meno religiosi di tutto il mondo. I dati utilizzati sono stati accumulati da tre sondaggi WIN / Gallup International, svoltisi nel 2008, 2009 e 2015. Secondo i sondaggi, ai primi posti ci sono 5 paesi più religiosi: […]
di Luca Volontè - 19/05/2018All’inizio dell’anno il The Telegraph ha messo insieme questa mappa interattiva che mostra i paesi più e meno religiosi di tutto il mondo. I dati utilizzati sono stati accumulati da tre sondaggi WIN / Gallup International, svoltisi nel 2008, 2009 e 2015.
Secondo i sondaggi, ai primi posti ci sono 5 paesi più religiosi: Etiopia, Malawi, Niger, Sri Lanka e Yemen. Il novantanove per cento degli intervistati di questi paesi ha risposto “sì” quando gli è stato chiesto se si sentivano religiosi.
Al secondo posto si trovano quattro paesi, Burundi, Gibuti, Mauritania e Somalia, tutti arrivati al 98% di cittadini religiosi, mentre al terzo posto i cittadini di Afghanistan, Comore, Egitto, Guinea, Laos e Guinea che si sentono religiosi al 97 percento.
Dall’altro lato della medaglia troviamo i paesi meno religiosi. Al decimo posto dei paesi meno religiosi si trovano insieme Australia, Azerbaigian, Bielorussia, Cuba, Germania e Vietnam si con solo il 34% dei cittadini che si sentono tali.
I cinque paesi meno religiosi sono invece la Cina con il 7% dei propri cittadini, il Giappone con il 13 %, l’Estonia con il 16%, la Svezia con ilo 19 % e la Norvegia con il 21 % dei prorpi cittadini che si sentono religiosi.
Il Regno Unito si trova all’ottavo posto nella lista delle nazioni meno religiose, insieme ad Israele, con solo il 30% di cittadini che si sente religioso.
Gli Stati Uniti sono nella lista dei paesi a metà, arrivando al 56% religiosi contro un 44% non religioso.
Italia, Croazia, Romania sopra il 70 %, Polonia al top europeo con l’86% dei cittadini che si sentono religiosi, resto dell’Europa (Spagna inclusa) tra il 30 e il 40%.
Un dato forse non pienamente affidabile ma che certo deve far riflettere sulle prospettive identitarie del continente europeo.