Warning: Parameter 2 to qtranxf_postsFilter() expected to be a reference, value given in /home/matchman/public_html/wp-includes/class-wp-hook.php on line 298
La morte del giudice Scalia. Che cosa significa per l'Europa? - Matchman News
Warning: Parameter 2 to qtranxf_postsFilter() expected to be a reference, value given in /home/matchman/public_html/wp-includes/class-wp-hook.php on line 298

La morte del giudice Scalia. Che cosa significa per l’Europa?

La morte lo scorso 13 febbraio del giudice della Corte Suprema Antonin Scalia non apre solamente un dibattito su chi sarà il prossimo giudice della Corte Suprema nominato dal presidente USA Barack Obama. Rappresenta anche l’occasione per mettere finalmente da parte la dicotomia destra-sinistra, cattolici-progressisti che da tempo viene utilizzata per descrivere giudici come Scalia […]

La morte lo scorso 13 febbraio del giudice della Corte Suprema Antonin Scalia non apre solamente un dibattito su chi sarà il prossimo giudice della Corte Suprema nominato dal presidente USA Barack Obama. Rappresenta anche l’occasione per mettere finalmente da parte la dicotomia destra-sinistra, cattolici-progressisti che da tempo viene utilizzata per descrivere giudici come Scalia […]

La morte lo scorso 13 febbraio del giudice della Corte Suprema Antonin Scalia non apre solamente un dibattito su chi sarà il prossimo giudice della Corte Suprema nominato dal presidente USA Barack Obama. Rappresenta anche l’occasione per mettere finalmente da parte la dicotomia destra-sinistra, cattolici-progressisti che da tempo viene utilizzata per descrivere giudici come Scalia

Nominato alla Corte Suprema dal presidente Ronald Reagan nel 1986, cattolico praticante e padre di 9 figli, Scalia è stato infatti etichettato come “cattolico” ogni qual volta le sue posizioni in seno alla Corte Suprema andavano contro quelle del mainstream. Sulla recente decisione della Corte Suprema che ha di fatto legalizzato il matrimonio omosessuale in tutti gli Stati americani, Scalia aveva presentato una nota di fortissimo dissenso.

Ma si sbaglia a vedere quella nota di dissenso come banalmente legata al suo essere cattolico. Si dovrebbe smettere, in fondo, di definire le convinzioni personali sulle basi del credo religioso. Nel caso di Scalia, c’era – infatti – una forte consapevolezza giuridica, una filosofia che ha sviluppato coerentemente in tutti gli anni che ha trascorso come giudice della Corte Suprema.

Una dottrina che si può rilevare anche nelle parole con cui Scalia ha espresso il suo dissenso sulla decisione della Corte Suprema sul matrimonio omosessuale, arrivata con una risicata maggioranza di 5 a 4.

Scriveva Scalia: “La pratica di una revisione costituzionale di un comitato non eletto di nove persone, sempre accompagnato (come è stato oggi) da uno stravagante elegio della libertà, deruba il popolo della più importante libertà che hanno asserito della Dichiarazione di Indipendenza e conquistato nella rivoluzione del 1776: la libertà di governarsi”.

Perché Scalia era un conservatore nel vero senso del termine, cioè difendeva la lettera delle leggi. I nove giudici della Corte Suprema rappresentano un vero e proprio potere, alla pari con quello esecutivo del presidente e quello legislativo del Congresso. Quando sei giudice federale, o siedi nelle corti federali di primo grado, sei costretto ad applicare i precedenti della Corte Suprema, come prevede la “common law”. Ma quando sei giudice della Corte Suprema, puoi semplicemente creare la giurisprudenza.

E qui si allineano almeno due dottrine di pensiero. Storicamente è prevalsa quella che si è sviluppata negli Anni Cinquanta e Sessanta, sotto la presidenza del giudice Earl Warren. Vale a dire che la Costituzione è un testo vivente da interpretare, che i principi scritti nella Carta devono essere adeguati alla realtà odierna.

Ma Scalia era portatore di una diversa filosofia. Ovvero che la Costituzione è un documento legale, e dunque quello che dice è legge. Si può applicare il problema al tema, tanto discusso, dell’aborto, che fu introdotto negli Stati Uniti attraverso una sentenza della Corte Suprema, la Roe vs. Wade, che stabilisce che l’aborto è un diritto garantito dalla Costituzione.

Ma di aborto nella Carta non c’è traccia, e allora per Scalia la corte non avrebbe nemmeno dovuto occuparsene. Avrebbe dovuto invece lasciare gli Stati liberi di legiferare. Forse non sarebbe cambiato nulla, ma il dibattito non si sarebbe limitato ad una decisione presa da un gruppo di giudici.

Era lo stesso principio che Scalia applicava al caso Obergefell vs. Hodges, che ha poi portato al diritto costituzionalmente riconosciuto per tutti di contrarre un matrimonio tra persone dello stesso sesso negli Stati Uniti.

Ma la dottrina Scalia ha ripercussioni forti anche in Europa, dove sempre più i nuovi diritti vengono imposti a suon di mozioni e risoluzioni in sede europea, che funzionano come una moral suasion per le leggi degli Stati. Con il rapporto Estrela si era riuscito a ristabilire un principio di sussidiarietà sui temi morali. Ma il principio è stato messo in discussione da successive relazioni, come la relazione Panzeri e Tarabella lo scorso anno.

Mancherà, il giudice Scalia, perché mancherà un faro giuridico forte a difendere la lettera delle leggi, che nascono storicamente per difendere i più deboli. Non mancherà un giudice cattolico, ma un giudice che ha fatto della giurisprudenza la sua vita. Che questa vita fosse quella di un cattolico praticante e osservante, è importante per un solo motivo: testimonia che l’essere cattolici non è sintomo di bigottismo o arretratezza culturale; essere cattolico, per il giudice Scalia, era portare nella sua vita il principio che il diritto andava difeso ad ogni costo. Anche al costo di essere impopolare.

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com