In Pakistan parlamentari, leader religiosi e Ngo’s per la libertà religiosa
In Pakistan lo scorso 25 ottobre i rappresentanti di varie religioni, tra cui parlamentari, educatori e studiosi, hanno adottato unanimemente una dichiarazione per la promozione della cultura della tolleranza e del rispetto di altre religioni nella società, in quanto il pluralismo è la chiave per una società vibrante. A conclusione di una Conferenza sulla coesione […]
di Matchman - 07/11/2017In Pakistan lo scorso 25 ottobre i rappresentanti di varie religioni, tra cui parlamentari, educatori e studiosi, hanno adottato unanimemente una dichiarazione per la promozione della cultura della tolleranza e del rispetto di altre religioni nella società, in quanto il pluralismo è la chiave per una società vibrante.
A conclusione di una Conferenza sulla coesione sociale e l’integrazione dei cittadini non musulmani del Pakistan intitolata: “United for Promoting Peace and Harmony Interfaith”, hanno affermato che l’odio è il nemico comune della società.
“La politica dell’educazione deve essere rivista, cambiati i materiali didattici esistenti che contengono contenuti odiosi ed condizionano i reciproci rapporti tra gli studenti “, hanno dichiarato.
La conferenza è stata organizzata dall’Università Bahria, dal Ministero degli Affari Religiosi e dalle Ngo’s Interfaith Harmony, BARGAD e altri.
L’ospite principale in occasione è stato il Ministero degli Affari Religiosi, in particolare Senior Segretario Congiunto Ilyas Khan.
I relatori hanno affermato che solo la continuità della democrazia e dei valori democratici garantiscono la libertà religiosa e il pluralismo in una società, la politica educativa deve essere profondamente rivista e rispettare uguali diritti alle minoranze. Anche gli studiosi e i leder religiosi devono rispettare le altre religioni.
Si legge nella dichiarazione finale che : “Tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro fede, dono protetti nel loro diritto di proprietà, istruzione, famiglia, fede, di professare e praticare la loro religione e nel loro diritto all’occupazione senza discriminazione”.
Il Comitato permanente dell’Assemblea Nazionale per le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni che si è riunito negli stessi giorni, ha espresso il suo dispiacere per la mancata relazione fornita al Parlamento da parte della Agenzia federale di indagine (FIA) e chiesto una relazione dettagliata sulla repressione e prevenzione delle false accuse di blasfemia anche attraverso i social media nel Paese.
Segnali importanti, piccoli passi nella giusta direzione presi da una ampia rete di parlamentari e Ngo’s, leader religiosi e opinion maker che vogliono una reale applicazione in Pakistan della libertà religiosa e un equilibrato sviluppo della società civile. Sarà la volta buona?