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Il Film della Settimana: Le Regole del Gioco - Matchman News
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Il Film della Settimana: Le Regole del Gioco

Lucky You **** Regia di Curtis Hanson; sceneggiatura di Eric Roth e Curtis Hanson; con Eric Bana, Drew Barrymore, Robert Duvall, Debra Messing; prodotto da Denise Di Novi, Carol Fenelon e Curtis Hanson per Deuce Three Productions, DI Novi Pictures, Warner Bros., Lucky You Pictures Inc., Village Roadshow Pictures; 123’; Usa 2006. Huck Cheever vive […]

Lucky You **** Regia di Curtis Hanson; sceneggiatura di Eric Roth e Curtis Hanson; con Eric Bana, Drew Barrymore, Robert Duvall, Debra Messing; prodotto da Denise Di Novi, Carol Fenelon e Curtis Hanson per Deuce Three Productions, DI Novi Pictures, Warner Bros., Lucky You Pictures Inc., Village Roadshow Pictures; 123’; Usa 2006. Huck Cheever vive […]

Lucky You ****

Regia di Curtis Hanson; sceneggiatura di Eric Roth e Curtis Hanson; con Eric Bana, Drew Barrymore, Robert Duvall, Debra Messing; prodotto da Denise Di Novi, Carol Fenelon e Curtis Hanson per Deuce Three Productions, DI Novi Pictures, Warner Bros., Lucky You Pictures Inc., Village Roadshow Pictures; 123’; Usa 2006.

Huck Cheever vive a Las Vegas facendo il giocatore di poker professionista. Tra vincite e perdite discontinue ha finito per ritrovarsi con una casa vuota e ipotecata, sempre spinto dal desideriodi superare la fama del padre L.C., due volte vincitore del torneo mondiale, ma anche padre disattento a cui Huck non sa perdonare di aver fatto soffrire la defunta madre. Quando Huck si imbatte in Billie, aspirante cantante ingenua ma di solidi principi, tra i due nasce un rapporto difficile, in cui il giovane, diffidente e opportunista, non vorrebbe impegnarsi. Il campionato mondiale, però, è alle porte: Huck ha bisogno dei soldi per iscriversi e forse Billie può “prestarglieli”. Forse è la sua grande occasione per mettere in discussione tutta la sua vita.

Nonostante i tentativi di renderlo spettacolare (testimoniati dall’introduzione delle telecamere che mostrano le carte coperte, un’innovazione del 2003, anno in cui si svolge il film che dà conto di questa svolta epocale), il poker – come tutti i giochi di carte – resta fondamentalmente un po’ noioso, riuscendo ad acquistare espressività narrativa solo quando viene inserito, con valenza anche metaforica, in racconti dotati di una loro autonoma capacità significante.

Era accaduto in due film coevi, con le pericolose partite giocate al lussuoso tavolo di un casinò montenegrino in 007 Casinò Royal ma anche nelle veloci partite di Ocean’s Thirteen. Accade di nuovo per mano della coppia formata da Curtis Hanson (autore di L.A. Confidential, oltre che della bella commedia al femminile Se fossi lei) ed Eric Roth (autore di script di successo come quelli di Forrest Gump, Insider e del difficile Munich), decisa a immergere completamente lo spettatore nel mondo di giocatori di professione, con tutti i loro vezzi e le loro stranezze (come le improbabili scommesse in cui si fa coinvolgere anche Huck) che li rendono una sorta di specie a sé.

L’impressione è rafforzata dallo sguardo, ingenuo, ma anche spiazzante nella sua totale onestà, che su di esso rivolge la giovane Billie (una brava Drew Barrymore che, dopo aver “redento” Hugh Grant in Scrivimi una canzone, qui diventa la coscienza del protagonista Eric Bana), impietosa nel cogliere le debolezze di Huck, bloccato dal risentimento verso il padre che lo rende un giocatore aggressivo e discontinuo ma anche una persona incapace di stabilire rapporti profondi.

La storia d’amore che nasce tra i due è chiaramente l’ultima possibilità offerta ad Huck per non cadere nel vizio e non rimanere solo; fatica, però, a trovare il suo spazio tra le continue partite (di cui Billie smaschera la crudeltà) che immergono anche lo spettatore in un mondo con ritmi suoi, alla lunga claustrofobico e soffocante, in cui taluni eccessi (come il tizio che, dopo essersi fatto impiantare per scommessa delle protesi mammarie, raccoglie la sfida di vivere trenta giorni nelle toilette maschili extra lusso di un albergo) sottolineano il rischio di alienazione corso dal protagonista.

Hanson e Roth trattano con abilità i loro personaggi (più tridimensionale e ambiguo Huck, quasi angelicata Billie) complicando il gioco con l’introduzione dell’anziano L.C. – un ottimo Robert Duvall – mai patetico nonostante i terribili capelli tinti, nel ruolo del padre in cerca di perdono.

In fondo è proprio il rapporto padre figlio (mediato dal continuo passaggio di mano della fede della moglie del primo e madre del secondo) a fare da termometro del cambiamento del protagonista (così come i soldi vinti al tavolo sono solo un modo di tenere i punti, quasi paradossalmente astratti dal loro valore concreto, come dimostra il finale in cui la vincita più importante di Huck è tutta in monetine), che infine conquista la maturità attraverso il perdono e andando oltre la formale cordialità di mille rapporti superficiali per scommettere finalmente su qualcosa di più solido.

Pur con qualche lungaggine e lentezza, questo film (che ha l’atmosfera crepuscolare di pellicole d’altri tempi) ha il pregio di raccontare, pur in un mondo insolito e decisamente fuori dall’esperienza quotidiana, una vicenda dalla valenza universale e positiva

 

Elementi problematici per la visione: nessuno.

 

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