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Planned Parenthood, indagati gli autori dei video shock - Matchman News
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Planned Parenthood, indagati gli autori dei video shock

Il gran giurì di Houston accusa gli attivisti del Center for Medical Progress di aver usato mezzi impropri per realizzare i video che smascherano la vendita di tessuti fetali da parte del Planned Parenthood.

Il gran giurì di Houston accusa gli attivisti del Center for Medical Progress di aver usato mezzi impropri per realizzare i video che smascherano la vendita di tessuti fetali da parte del Planned Parenthood.

Quando l’estate scorsa è partita la pubblicazione di una serie di video che mostravano la vendita di tessuti fetali da parte di alti rappresentanti del Planned Parenthood, David Daleiden, presidente del Center for Medical Progress (l’associazione che ha condotto l’indagine e ha diffuso i filmati), sapeva di dover affrontare una lotta difficile e spietata, visto l’ampio sostegno, soprattutto finanziario, dell’amministrazione Obama al colosso abortista.

Tuttavia, sarà rimasto sorpreso nel constatare che ad essere accusati non sono solo i vertici del Planned Parenthood, ma anche lui stesso e i colleghi. Lo scorso 25 gennaio infatti Daleiden e la collaboratrice Sandra Merritt sono stati accusati dal gran giurì di Houston (Contea di Harris, Texas) di alterazione di documenti governativi, grazie alla quale gli attivisti si sono presentati nelle cliniche in veste di acquirenti di tessuti fetali.

Daleiden era già stato denunciato dalla National Abortion Federation e dalla Planned Parenthood Federation of Americans, le quali sostengono che il capo dell’associazione pro-life non abbia rispettato la legge durante la sua fondazione. I gruppi abortisti accusano inoltre il Center for Medical Progress di aver usato nomi falsi per entrare nelle cliniche e realizzare i video. Gli avvocati di Daleiden hanno risposto affermando che si tratta di una pratica comune in campo giornalistico, della stessa gravità di “un minorenne che mente sulla propria età per entrare in un bar”. Niente in confronto all’accusa di vendita di tessuti fetali, punibile con anni di prigione ed enormi sanzioni.

Daleiden si è difeso lasciando una dichiarazione sul sito web del Center for Medical Progress: “Usiamo le tecniche che i giornalisti investigativi utilizzano da decenni per mettere in pratica la libertà di parola e di stampa definita nel Primo Emendamento, e ci atteniamo alle relative leggi. Rispettiamo il lavoro del rappresentante legale della Contea di Harris. […] Il Planned Parenthood non può però negare le affermazioni dei propri leader sulla vendita di organi fetali mostrate nei video visti ormai da tutto il mondo”.

Francesca Maccioni

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