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Davvero la Corte Suprema USA ha legalizzato il matrimonio gay? - Matchman News
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Davvero la Corte Suprema USA ha legalizzato il matrimonio gay?

La decisione della Corte Suprema nel Obergefell v Hodges ha effettivamente legalizzato il matrimonio omosessuale in tutti gli Stati Uniti.

La decisione della Corte Suprema nel Obergefell v Hodges ha effettivamente legalizzato il matrimonio omosessuale in tutti gli Stati Uniti.

La decisione della Corte Suprema nel Obergefell v Hodges ha effettivamente legalizzato il matrimonio omosessuale in tutti gli Stati Uniti.

Lo ha fatto veramente?

Un gruppo di 60 illustri studiosi, per lo più avvocati, insistono sul fatto che non sia così. Hanno gettato il guanto di sfida, sostenendo che la Corte Suprema è suprema nel sistema giudiziario federale. Ma i giudici non sono supremi nel potere esecutivo del governo né nel legislativo dei rappresentanti del popolo. “E non sono certo supremi nei confronti della Costituzione”.

Dietro questa sfida audace c’è il professore di Princeton Robert P. George, un eminente accademico e attivista che si è battuto con argomenti giuridici contro il riconoscimento del matrimonio omosessuale.
In pratica gli studiosi hanno deciso di sostenere una teoria dell’interpretazione costituzionale chiamata “departmentalism”. Ogni ramo dell’ordinamento democratico istituzionale, può interpretare la Costituzione ai fini del proprio funzionamento. Ad esempio, il presidente americano fa un giuramento di “preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti” non “preservare, proteggere e difendere la Costituzione, come interpretato dalla Corte Suprema”. Il Presidente è consentita una certa libertà d’azione nell’interpretare la Costituzione.

Il miglior esempio di questo, in pratica, è il presidente Lincoln. Ha ignorato la terribile decisione su Dred Scott emessa dalla Corte di Cassazione nel 1857 che aveva dichiarato che i neri non fossero e non avrebbero potuto essere cittadini degli Stati Uniti. Ha emesso passaporti validi per neri e ha vietato la schiavitù nei quartieri occidentali, sfidando l’interpretazione della Corte sulla Costituzione.

Se Lincoln aveva ragione, c’è un certo margine di azione per il prossimo presidente degli Stati Uniti per ignorare la Sentenza Obergefell v Hodges come un precedente da richiamare in tutti i casi simili in tutto il paese.

Secondo questa tesi originalmente fondatissima, ci potrebbe essere un modo costituzionale per mettere in “quarantena” la decisione della Corte – se l’esecutivo fosse all’altezza della sfida.

Ecco la dichiarazione degli studiosi:

“Siamo studiosi e cittadini informati e profondamente preoccupati per l’editto della Corte Suprema degli Stati Uniti nel caso Obergefell v. Hodges in cui la Corte ha decretato, con strettisimo margine, che ogni stato del paese deve ridefinire il matrimonio per includervi le relazioni dello stesso sesso .

L’opinione della maggioranza della Corte ha evitato il ricorso al testo, alla logica, alla struttura, o alla comprensione originale della Costituzione, così come a proprie dottrine e precedenti interpretativi della Corte stessa, e non ha fornito alcun ragionamento convincente per dimostrare il motivo per cui è giustificato cambiare le leggi degli stati che sostengono il matrimonio come è stato capito da millenni come l’unione di marito e moglie…

Dunque:

Noi siamo con James Madison e Abraham Lincoln nel riconoscere che la Costituzione non è tutto e solo ciò che la maggioranza dei giudici della Corte Suprema dice che è.

Ricordiamo a tutti pubblici ufficiali degli Stati Uniti che essi sono impegnati a difendere la Costituzione degli Stati Uniti, non la volontà di cinque membri della Corte Suprema.

Chiediamo a tutti i pubblici ufficiali federali e statali di :

⁃ rifiutare di accettare la “sentenza Obergefell” come precedente vincolante per tutti, ma solo per i querelanti specifici di questo caso.
⁃ riconoscere l’autorità degli Stati di definire il matrimonio, e il diritto/dovere dei pubblici ufficiali federali e statali di agire in conformità a tali definizioni.

Vogliamo aprire una conversazione ampia e onesta su mezzi di comunicazione attraverso i quali gli americani possano costituzionalmente resistere e ribaltare le usurpazioni giudiziarie ed evidenti scaturite dalla “Sentenza Obergefell”.
Sottolineiamo che la linea di condotta che stiamo qui sostenendo non è nè estrema né irrispettosa verso lo Stato di diritto. Lincoln considerava la pretesa di supremazia della Corte Suprema in materia di interpretazione costituzionale incompatibile con i principi repubblicani della Costituzione. La nostra posizione è riassunta da Lincoln, nel suo primo discorso inaugurale:

“Non dimentico la posizione assunta da alcuni secondo i quali le questioni costituzionali devono essere decise dalla Corte Suprema, né mi nego che tali decisioni devono essere vincolanti in ogni caso, per le parti di un abito come l’oggetto di quel seme, mentre sono anche il diritto di altissimo rispetto e considerazione in tutti i casi paralleli da altri dipartimenti del governo. E mentre è ovviamente possibile che tale decisione può essere errata in ogni caso, ancora l’effetto del male seguendo esso, si limita a quel caso specifico, con la possibilità che possa essere annullata e mai diventare un precedente per altri casi, può meglio carico che poteva i mali di una prassi diversa. Allo stesso tempo, il cittadino che si candida deve confessare che, se la politica del governo su questioni vitali che interessano tutto il popolo deve essere irrevocabilmente fissato dalla decisione della Corte Suprema, nell’istante in cui sono realizzati in contenzioso ordinario tra le parti in azioni personali, le persone hanno smesso di essere i propri governanti, avendo a quel punto praticamente rassegnato il loro governo nelle mani di quel tribunale eminente”.

La corretta comprensione e la definizione di matrimonio è evidentemente una questione vitale che colpisce tutto il popolo. Considerare come “risolta” la questione, attraverso la decisione di cinque giudici della Corte Suprema, equivarrebbe a pretendere le dimissioni del governo e del parlamento e rimettere tutto il potere nelle mani di quel tribunale eminente. Questo è qualcosa che nessun cittadino o uomo politico che voglia sostenere il grande esperimento di libertà ordinata lasciata in eredità dai nostri padri fondatori, può essere disposti a fare.

Luca Volontè

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