Spagna, vince Vox. È un partito di identità cristiana
Domenica 2 dicembre un terremoto ha colpito la politica spagnola e le scosse proseguiranno sino alle elezioni europee. El Mundo ,“La ecatombe del PSOE”; El Pais, “Los socialistas se hunden” (sprofondano); La Vanguardia, “Vueco en Andalucia” (ribaltone). Che è successo in Adalusia? Un passo indietro. Aznar era stato capace di trasformare la Alleanza popolare di […]
di Luca Volontè - 13/12/2018Domenica 2 dicembre un terremoto ha colpito la politica spagnola e le scosse proseguiranno sino alle elezioni europee.
El Mundo ,“La ecatombe del PSOE”; El Pais, “Los socialistas se hunden” (sprofondano); La Vanguardia, “Vueco en Andalucia” (ribaltone).
Che è successo in Adalusia? Un passo indietro. Aznar era stato capace di trasformare la Alleanza popolare di Manuel Fraga, partito derivante dalla ‘Falange’ di Franco in un soggetto ‘popolare’ e, dopo il Congresso del 1989, lanciare il Partido Popular spagnolo nella famiglia popolare europea. Il PP di Aznar governa la Spagna dal 1996 al 2004 sino all’oscuro attentato terroristico della stazione di Madrid (196 morti).
Dopo l’ingegneria sociale e i disastri economici del Governo Zapatero, Mariano Rajoy successore di Aznar alla guida del PP diventa Primo Ministro dal 2011 al 2018. Rajoy e il PP forti di una maggioranza assoluta promettono di difendere i valori cristiani, la cultura del paese, risolvere i problemi economici.
Il PP prende le distanze dal modello Aznar e strizza l’occhiolino alle politiche socialdemocratiche, si illude di un ‘bipolarismo spagnolo’ immutabile (Socialisti e Democristiani con la sola eccezione di partiti regionali). Durante il mandato 2011-2015 Rajoy non mantiene nessuna delle promesse fatte al mondo cattolico spagnolo di cambiare le leggi Zapatero su ‘aborto, ideologia di gender, matrimoni gay, identità storica’ etc.
Rajoy confida nella buona sorte ma le elezioni del dicembre 2015 lo costringono ad una coalizione con ‘Ciudadanos’ (partito di centro liberale). Il panorama politico spagnolo però è rivoluzionato, il bipolarismo granitico si è rotto, emergono i nuovi partiti di Podemos (protestatari di estrema sinistra) e appunto Ciudadanos.
Due anni prima, nel 2013 da un costola del PP nasceva ‘Vox’, partito fortemente convinto della unità nazionale spagnola e dei valori cristiani. La scelta di Rajoy di espellere dalle liste i politici troppo intransigenti sui valori cristiani e la crisi permanente della coalizione di governo, aumentano gli iscritti di ‘Vox’ nel 2017 e in questo 2018.
Il leader di ‘Vox’, Santiago Abascal è il promotore delle proteste nazionaliste contro il separatismo catalano. Nei ultimi mesi è tutto un subbuglio e Aznar scende più volte in campo con la proposta di una coalizione tra PP, Vox e Ciudadanos.
Nei giorni scorsi il risultato in Andalusia, dopo 40 anni di governo socialista, si segna una svolta radicale in Spagna. ‘Vox’, con i suoi 12 seggi possono determinare un governo di centro destra di 59 seggi su 109 e aprire una nuova pagina nella regione e in tutta la Spagna.
Lo si chiami come si vuole, ma il ‘Vox’ spagnolo è un partito dei ‘valori non negoziabili’, dell’orgoglio nazionale, aperto alla economia sociale di mercato e anti-globalista.
Lo si insulti pure, si manifesti contro il nuovo fascismo, ma ‘Vox’ alle elezioni europee crescerà ancora di più perché interpreta bene il cuore profondo della Spagna identitaria e cattolica, nulla a che vedere con il fascismo, molto invece con la storia di Spagna.