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Belgio e Paesi Bassi, aumentano i casi di eutanasia per depressione - Matchman News
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Belgio e Paesi Bassi, aumentano i casi di eutanasia per depressione

Il 55% dei casi di eutanasia in Belgio e nei Paesi Bassi risponde a malattie mentali o depressive.

Il 55% dei casi di eutanasia in Belgio e nei Paesi Bassi risponde a malattie mentali o depressive.

Studi recentemente pubblicati sui dati e le tendenze dell`eutanasia e del suicidio assistito nei Paesi Bassi e in Belgio mettono in luce che nei due Paesi ci sono pochissimi limiti alla pratica del fine vita: sempre più persone chiedono di porre fine alla loro vita a causa di disturbi depressivi e malattie mentali o emotivi, e sempre più medici accettano.

La prestigiosa rivista, specialista in salute mentale, “Jama Psichyatry” ha denunciato che sia – in Belgio che nei Paesi Bassi – il 55% dei casi di eutanasia riguarda pazienti con infermità mentali o depressive. “L’eutanasia e il suicidio assistito dei pazienti psichiatrici è in aumento in alcune giurisdizioni, come il Belgio e l’Olanda”, affermano gli autori.

Jama Psichyatry mette in luce che dal 2011 al 2014, su 66 casi di eutanasia analizzati, 36 sono stati causati da disturbi depressivi. Inoltre, l’11 per cento dei pazienti non ha ricevuto l’approvazione di un gruppo di medici specializzati, ma è stata una decisione di un singolo medico, mentre, il 24 per cento dei casi non ha avuto l’unanimità dei medici specialisti.

“Siamo allarmati dalla crescente banalizzazione dell’eutanasia somministrata a causa di sofferenza mentale. Noi crediamo che questa situazione sia intrinsecamente legata al concetto di un atto che si basa su criteri soggettivi. Ecco perché insistiamo che si debba eliminare dalla normativa vigente la possibilità che si somministri l’eutanasia sulla base di una sofferenza psicologica”,  ha dichiarato un gruppo medici belgi, che ha lanciato una petizione per rimuovere il criterio depressivo.

Gli autori sostengono che la maggior parte dei pazienti che accede alla pratica della fine vita sono donne di diversa età, che hanno avuto una vita dura e che soffrono di disturbi mentali.

Cohen-Almagor, docente dell’Università di Hull, in Inghilterra, ha denunciato sul Journal of medical ethics, il fatto che i medici belgi e olandesi scelgano la “dolce morte” in assenza di “una volontà esplicita del paziente”. Secondo Cohen-Almagor si tratta di numerosi di casi di eutanasia registrati in Belgio e nei Paessi Bassi, di qui “nessuna commissione se n’è occupata”.

Dal momento che l`eutanasia è stata approvata in entrambi i Paesi – pionieri nel campo in Europa –  i limiti e gli ostacoli alla pratica sono stati gradualmente eliminati. Così, nei Paesi Bassi, l`unico limite esistente è l`obbligatorietà di una richiesta volontaria dal paziente e la presenza di “un dolore lancinante”, anche se quest`ultimo requisito può essere discutibile.

In Belgio, i limiti sono quasi inesistenti, basta che ci sia il consenso di un adulto o un minore emancipato che abbia preso la decisione volontariamente. Nel 2013, i legislatori belgi hanno aggiunto ai motivi per cui è permessa l`eutanasia “la stanchezza di vivere”, e nel 2014 il Belgio è diventato il primo Paese al mondo che ha rimosso la soglia di età per l’eutanasia.

 

Auxi Rodríguez

 

 

 

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