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Consiglio d'Europa, no definitivo alla maternità surrogata - Matchman News
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Consiglio d’Europa, no definitivo alla maternità surrogata

Con 83 no, 77 sì e 7 astenuti, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha pronunciato il suo “no” definitivo alla maternità surrogata. Veniva votata non una risoluzione – già tra l’altro bocciata dall’Assemblea Parlamentare – ma le raccomandazioni ad essa collegate: poche righe con una timida apertura che erano passate anche a causa del fatto […]

Con 83 no, 77 sì e 7 astenuti, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha pronunciato il suo “no” definitivo alla maternità surrogata. Veniva votata non una risoluzione – già tra l’altro bocciata dall’Assemblea Parlamentare – ma le raccomandazioni ad essa collegate: poche righe con una timida apertura che erano passate anche a causa del fatto […]

Con 83 no, 77 sì e 7 astenuti, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha pronunciato il suo “no” definitivo alla maternità surrogata. Veniva votata non una risoluzione – già tra l’altro bocciata dall’Assemblea Parlamentare – ma le raccomandazioni ad essa collegate: poche righe con una timida apertura che erano passate anche a causa del fatto che in molti, dopo la votazione sulla risoluzione, avevano dato per scontati i passaggi successivi.

In realtà, i numeri per una messa al bando totale della pratica ci sono nel Parlamento Europeo, perché la pratica del cosiddetto utero in affitto mette insieme il fronte cattolico e quello femminista, quello democratico cristiano e quello socialista: tutti d’accordo contro una pratica che è un commercio del corpo delle donne e dei feti. Anche una iniziativa come “No Maternity Traffic” ha infatti avuto un grande consenso popolare.

Di certo, la relazione della ginecologa transgender Petra de Sutter aveva sollevato controversie. Prima di tutto perché la stessa ginecologa aveva un forte conflitto di interessi – lavora per una clinica in Belgio che utilizza la pratica in accordo con una clinica indiana che ne fa uso – che non era stato considerato dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. E poi perché la relazione – intitolata “Diritti Umani e problemi etici legati alla surrogacy” – era già stata bocciata a sorpresa dalla Commissione affari sociali del Consiglio d’Europa il 15 marzo e nuovamente respinta il 21 settembre. La maggioranza della delegazione italiana presente in aula ha votato per bocciare il rapporto che chiedeva al comitato dei ministri del Consiglio d’Europa di introdurre linee guida per proteggere i diritti dei bambini nati da accordi di maternità surrogata.

Il voto di ieri è stato l’ultimo atto di una lunga battaglia portata avanti in prima linea della ginecologa belga, ma sostenuta da molti poteri forti. Tanto è vero che ora una delle linee guida comunicative è quella di sostenere che la porta è rimasta comunque socchiusa, che non si è arrivati al bando totale della pratica, ma che c’è comunque una possibilità di regolamentazione.

La verità è che la pratica alla maternità surrogata è criticata da tutte le forze. Antoine Renard, presidente della FAFCE (la Federazione delle Associazioni Famigliari di Europa) ha messo in luce come quello che era stato presentato come raccomandazione è “un testo molto ambiguo, vago nel modo in cui voleva proteggere i diritti dei bambini e combattere la maternità surrogata”. E ha aggiunto che quel testo “è stato sconfitto: i tentativi fatti per legittimare quella pratica sono falliti ad ogni passaggio di questa lunga procedura”.

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