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Infermiera obiettrice licenziata, il caso svedese Grimmark - Matchman News
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Infermiera obiettrice licenziata, il caso svedese Grimmark

Si è rivolta al Consiglio d’Europa Ellinor Grimmark, l’infermiera svedese che è stata licenziata da tre ospedali perché si era rifiutata di assistere le donne che volevano abortire.

Si è rivolta al Consiglio d’Europa Ellinor Grimmark, l’infermiera svedese che è stata licenziata da tre ospedali perché si era rifiutata di assistere le donne che volevano abortire.

Si è rivolta al Consiglio d’Europa Ellinor Grimmark, l’infermiera svedese che è stata licenziata da tre ospedali perché si era rifiutata di assistere le donne che volevano abortire. Dopo aver fatto appello al Consiglio di Svezia, la donna si è rivolta al Consiglio d’Europa, che nel 2011 aveva adottato una risoluzione che protegge il diritto di quanti lavorano nel settore sanitario alla libertà di coscienza nei casi di aborto ed eutanasia. Un accordo firmato anche dalla Svezia.

Ellinor Grimmark, 37 anni, è una infermiera ostetrica svedese. Nel novembre 2013 fu licenziata dala Höglandssjukhuset, nella contea di Jönköping, perché questa aveva affermato di non poter assistere le madri che volevano abortire. ”Dubito che una persona di tali opinioni possa ritenersi un’ostetrica”, aveva commentato il capo del reparto maternità al telefono. La Grimmark trovò lavoro prima alla clinica Ryhovs, poi all’ospedale Värnamo. Ma in entrambi i casi, ricevette la stessa risposta: “Per le persone della sua opinione, non c’è posto nella nostra clinica”.

“Sapevo che la mia posizione poteva creare problemi – aveva detto Ellinor Grimmark ai media svedesi – ma speravo che qualcuno dei miei capi avrebbe capito e sostenuto la mia libertà di coscienza”. rivolgersi Così, Grimmark ha fatto appello all’Ombusman di Svezia, per difendere la sua causa, a anche il diritto alla vita dei più piccoli, di cui tutti “gli operatori sanitari dovrebbero assumere la difesa”.

Ruth Nordström, giurista della Scandinavian Human Rights Lawyers (SHRL), ha sottolineato in varie interviste che “la libertà di coscienza non è molto tutelata dalla legge svedese”, seppure la Costituzione garantisca “uguali diritti e opportunità nella vita lavorativa a prescindere dalle appartenenze religiose.” E poi – aggiunge il prominente avvocato svedese -”la Svezia ha aderito alla Convenzione europea per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali” e dunque dovrebbe adeguarsi alle alle direttive di legge.

Nordström – che di recente è stata insignita del premio “Personaggio dell’anno” – ha sostenuto e sostiene Ellinor Gillmark nei suoi processi.

La causa è stata portata anche all’attenzione del Consiglio d’Europa. Sostenuta, oltre che dalla Nordström e dalla sua Ong, anche da altre organizzazioni per la libertà religiosa. Come la Alliance Defending Freedom, associazione internazionale di giuristi cristiani. O come la Fondazione Novae Terrae, che appoggia le iniziative a sostegno di famiglia, vita e della libertà religiosa.

Quest’ultima si è pronunciata sul caso di Ellinor Grimmark a febbraio 2014 in una lettera a Agneta Broberg, l’Ombudsman svedese. Nella lettera, si sottolinea in particolare la risoluzione 1763 dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, riconosciuta dalla nazione svedese nel 2010. La risoluzione afferma che ”nessun soggetto, ospedale o istituto» cito «può essere costretto, ritenuto responsabile o essere discriminato in nessun modo per aver rifiutato di effettuare, agevolare o assistere un’aborto … o di un qualsiasi atto che possa causare la morte del feto umano o di un embrione, per nessuna ragione”.

Una risoluzione sottolineata con forza da Luca Volonté, presidente della Fondazione Novae Terrae. Se infatti la risoluzione fosse stata applicata, non esisterebbe nessun caso Ellinor Grimmark. Che invece ora è in attesa di un verdetto della Corte Europea.

Giacomo Pizzi

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